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CONTRATTO DI FIUME

Che cosa sono i Contratti di Fiume?

Il Contratto di Fiume è la sottoscrizione di un accordo che permette di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale” (definizione del 2° World Water Forum).

Con la promozione di un Contratto di Fiume si intende attuare il passaggio da politiche di tutela dell’ambiente a più ampie politiche di gestione delle risorse paesistico – ambientali, agendo in molteplici settori:

  • protezione e tutela degli ambienti naturali;
  • tutela delle acque;
  • difesa del suolo;
  • protezione dal pericolo idraulico;
  • tutela delle bellezze naturali.

Il Contratto di Fiume, può aiutare a costruire “dal basso” in forma incrementale, a partire da specifici contesti vallivi, il passaggio da politiche settoriali di mitigazione del pericolo idraulico e inquinologico a politiche integrate di rigenerazione ecologica, di fruizione sociale e paesistica del sistema fluviale. I Contratti di Fiume costituiscono una particolare “famiglia” dei processi partecipativi in quanto consentono la sperimentazione di forme interscalari o multilivello di attivazione degli attori locali.

Relazione del prof. Massimo Bastiani (coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume) al IX Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume tenutosi a Venezia (18-19 Novembre 2014)

Come nasce e si sviluppa il Contratto di Fiume

Il “contrat de riviere” è stato istituito per la prima volta in Francia nel 1981. L’obiettivo iniziale dell’istituzione dei contratti è quello di lottare contro il degrado della qualità delle acque e, al tempo stesso, di trovare un rimedio all’incuria dei proprietari rivieraschi che avevano smesso di mantenere le rive. Dal primo contratto di fiume sottoscritto nel 1983 (La Thur) sono poi stati promossi circa 15 contratti, che coprono più del 10% del territorio nazionale. In Lombardia la L.R. 26/2003 prevede espressamente il Contratto di Fiume e il Contratto di Lago come strumenti di programmazione negoziata per la promozione della “concertazione e l’integrazione delle politiche a livello di bacino e sottobacino idrografico, con la partecipazione dei soggetti pubblici e privati, per la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi e la salvaguardia del rischio idraulico”.

Il Contratto di Fiume nel Nord Est: una rivoluzione nel processo di pianificazione territoriale

Per il mitico Nord Est dell’Italia, l’introduzione della metodologia del Contratto di Fiume, proprio per il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse nel processo decisionale e per la centralità del corso d’acqua nella pianificazione dell’uso e della tutela del territorio, è rivoluzionaria, più che innovativa. Le Amministrazioni Comunali dovrebbero divenire il motore principale del Contratto di Fiume: il Comune è l’istituzione che i cittadini sentono più vicina, più pronta a rispondere alle proprie esigenze. Gli amministratori comunali più attenti e sensibili dovrebbero avviare un processo di consultazione con gli altri Comuni rivieraschi e gettare le basi per l’istituzione di un Contratto di Fiume. Da quel momento si attiva un meccanismo virtuoso di coinvolgimento e partecipazione di tutti i portatori di interesse: dagli enti di gestione del territorio alle associazioni di categoria professionali, dalle associazioni culturali e ambientaliste al singolo cittadino, tutti concorrono al processo decisionale di pianificazione territoriale.

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